Soprattutto se parliamo di prodotti di qualità, è imprescindibile la presenza dei bisolfiti per vino. Una moda recente ha diffuso un falso mito secondo cui il vino migliore è quello che non contiene solfiti. La verità, però, è un’altra: i solfiti nel vino esistono perché fanno parte del frutto, ci sono da sempre. Il problema nasce nel momento in cui la quantità di solfiti è superiore al limite consentito, provocando in chi sorseggia quel vino una sensazione di gonfiore, acidità e pesantezza.
All’interno della famiglia dei solfiti, poi, ci sono i bisolfiti, in grado di proteggere il vino dal rischio che si trasformi in aceto.
Durante la fermentazione del mosto, i lieviti e i batteri che si trovano all’interno dell’uva sfruttano lo zucchero all’interno del frutto e lo trasformano in alcol etilico. Se il vino rimane a contatto con l’aria, però, il rischio è che si acidifichi, perché l’ossigeno ossida l’alcol etilico. Per evitare ciò, quindi, si inserisce all’interno del vino una parte di bisolfito, che a quel punto agirà per evitare che si trasformi in aceto.
I bisolfiti per vino sono ottimi antiossidanti ed eccellenti antisettici che evitano, quindi, l’acidificazione, l’ossidazione e la formazione di batteri, nocivi per la produzione enologica.
Eliminare il bisolfito dal vino è piuttosto semplice: basta farlo decantare in un decanter e farlo così “respirare” prima di sorseggiarlo.
I bisolfiti per vino, quindi, sono assai preziosi e proteggono il vino dall’ossidazione e dall’acidificazione, limitando anche la formazione di batteri.